50 ANNI DI ART BASEL: LA STORIA DI UN MITO
Art Basel, la fiera d’arte più importante del mondo, spegne 50 candeline.
Photo Credits: Art Basel
Il New York Times la definisce “Olimpiade dell’arte”, il quotidiano parigino Le Monde “la migliore al mondo”, la Frankfurter Allgemeine Zeitung intitola “L’arte nella sua forma migliore”, mentre Vogue la presenta come “Il più bel museo temporaneo del mondo”.
Art Basel non è una semplice fiera, ma è LA fiera, probabilmente la più importante del sistema dell’arte nel mondo.
Nel 2020 Art Basel, diretta da Marc Spiegler, celebra i 50 anni dalla fondazione e per questo vogliamo ripercorrere la sua storia per conoscere le dinamiche che l’hanno resa un vero e proprio brand famoso in tutto il mondo, non solo nel settore dell’arte.
Seppure attualmente Art Basel faccia capo al gruppo MCH, proprio per i suoi 50 anni, la gestione della fiera risulterebbe compromessa, questo a causa dell’emergenza da Coronavirus che ha causato la cancellazione della tappa di Hong Kong e quella tradizionale di Basilea, per rimandare tutto al 2021.
E’ di questi giorni la notizia di un cambio di rotta ai vertici di MCH Group SA, infatti la società Lupa Systems, capitanata da James Murdoch, figlio del celeberrimo Rupert, ha ufficialmente acquisito il 49% delle azioni del gruppo, presentando un piano e una strategia di rilancio per la fiera.
Ma tornando alla storia della fiera, Art Basel è nata dalla collaborazione tra tre galleristi svizzeri: Ernst Beyeler (la cui fondazione omonima è oggi una delle punte di diamante del sistema espositivo internazionale), Trudl Bruckner e Balz Hilt. La sua prima edizione si è svolta nel 1970 (all’epoca si chiamava semplicemente “Art”) attirando oltre 16.000 di persone per 90 gallerie presenti.
La sua collocazione nel Messen, termine tedesco che richiama i mercati che durante il Medioevo si svolgono nei periodi delle festività, prefigura quella che è la sua missione, ovvero essere la piazza principale per il mercato dell’arte, capace di attirare fino a 93.000 visitatori, collezionisti da 80 paesi e più di 400 rappresentanti di musei internazionali (dati relativi all’edizione di Basilea del 2019).
Da subito Art Basel si distingue dalle altre manifestazioni a puro scopo economico, ponendo in risalto la sua natura culturale, oltre che commerciale. Nel 1973 Ernst Beyeler e Leo Castelli, tra i più importanti galleristi in quegli anni, organizzano la prima mostra collaterale ad una fiera, per attirare un pubblico interessato agli aspetti non soltanto economici dell’evento.
Nel 1975, a soli cinque anni dalla sua fondazione, Art Basel è riuscita a diventare la principale fiera di arte contemporanea a livello internazionale, ospitando oltre 300 gallerie, e dettando le regole vincenti di una manifestazione d’arte contemporanea. Infatti sulla sua scia vengono fondate negli anni seguenti una moltitudine di altre esposizioni, tutte poggianti sugli stessi principi organizzativi: la presenza di comitati di selezione esigenti, la scelta di location molto simili – ampie, anonime e vuote, le opere presentate di artisti moderni e contemporanei.
Ai primi del Duemila nasce “Art Basel UNLIMITED” che trascende il concetto del classico stand espositivo con un ambiente a pianta aperta per ospitare le opere più straordinarie e monumentali di grandi artisti che spesso vedono la collaborazione di più gallerie partecipanti alla fiera per la produzione dell’opera.
Al 2002 risale la prima tappa oltreoceano, a Miami Beach; mentre è del 2013 quella di Hong Kong: proprio grazie alla sua dimensione globale Art Basel diventa nel tempo termometro dei desideri del mercato d’arte.
Qualità elevata, grande varietà e partecipazione internazionale hanno regalato ad Art Basel una considerazione senza eguali. Collezionisti, artisti, direttori di musei, curatori e professionisti partecipano a questo appuntamento annuale della scena artistica (Marzo a Hong Kong, Giugno a Basilea e Dicembre a Miami) per vedere l’offerta più grande e selezionata del mercato internazionale dell’arte e incontrare gli insider della scena artistica internazionale.
Tra le storiche gallerie italiane partecipanti alla fiera quella di Massimo Minini si aggiudica il primato, con la sua prima partecipazione nel 1977 e l’assegnazione del premio alla carriera “Basel Art” nel 2017.
Per festeggiare i 50 anni Art Basel aveva in programma un grande progetto artistico intercontinentale (Basilea, Miami e Hong Kong), curato da un prestigioso team intergenerazionale (Kasper König, Christina Li e Hamza Walker) che naturalmente è stato annullato a causa del Covid 19, così come i suoi appuntamenti fisici ad Hong Kong e Basilea.
Art Basel, seppure limitata nella sua fisicità, ha comunque dato prova di essere un brand capace di reinventarsi anche nei momenti di crisi grazie all’online: le Viewing Rooms prima di Hong Kong e poi di Basilea hanno ottenuto risultati limitati ma incoraggianti per il futuro, facendo da apripista alla dimensione digitale delle fiere d’arte.