Intervista a DOTPIGEON in asta da Christie’s per “Trespassing”

    Intervista a DOTPIGEON in asta da Christie’s per “Trespassing”

    Fino al 21 luglio è in corso online l’asta “Trespassing” di Christie’s con la curatela di Ronnie Pirovino, che presenta tra i lotti la prima scultura di DOTPIGEON 

    Sono anni d’oro per l’artista DOTPIGEON, salito alla ribalta per la vendita di opere NFT, ma con una solida carriera alle spalle e tanta voglia di far emergere la sua ricerca artistica.

    Il suo volto è anonimo, ma la sua arte è più conosciuta che mai, in Italia e all’estero. 

    DOTPIGEON ha un solo obiettivo nel creare le sue opere: esplorare il conflitto interiore tra ciò che mostriamo agli altri e ciò che sentiamo dentro.

    I suoi lavori sono completamente digitali con un approccio non digitale e per l’asta newyorkese di Christie’s “Trespassing” curata da Ronnie Pirovino, DOTPIGEON è stato invitato a mettersi ancora una volta alla prova: ha realizzato per la prima volta una scultura.

    Si tratta di “The Worst is Yet To Come?”: una scultura in resina dipinta di nero e posta su una base con firma dell’artista che riproduce se stesso, come in tutte le sue opere, nell’atto di stare per lanciare una molotov.

    La stima dell’opera è stabilita tra i 10 e i 15 mila dollari, ma c’è tempo fino al 21 luglio per fare un’offerta partendo da una base d’asta di 10 mila dollari.

    Ci siamo fatti raccontare da DOTPIGEON questa prima esperienza con la scultura da digital artist. 

    Ti prepari per la tua asta con Christie’s di un’opera scultorea, la prima in assoluto da te creata: che cosa provi?

    Sono molto emozionato, essere – per la terza volta – in un’asta curata da Christie’s è sempre un traguardo molto importante ed esserci con la mia prima scultura in assoluto amplifica le emozioni al massimo. 

    Sono molto soddisfatto del risultato ottenuto con questa prima sperimentazione nel medium scultura e, francamente, mi piace così tanto che la vorrei a casa mia.

    Da digital artist, com’è stato per te approcciare un medium inedito come quello scultoreo?

    Lunghissimo 🙂

    L’intero processo, dagli sketch iniziali alla scultura finita, è durato più di 3 mesi. 

    Tempi che non sono chiaramente paragonabili a quelli a cui sono abituato. 

    È stato molto sfidante ma, vedere l’opera – metaforicamente parlando – crescere, migliorarsi, riempirsi di dettagli e arrivare, piano piano, a quello che avevo in testa, mi ha dato una soddisfazione rara.

    Non escludo nella maniera più assoluta di approcciare nuovamente alla scultura anzi, qualcos’altro, di più piccolo, uscirà già quest’anno.

    Che cosa rappresenta per te “The Worst is Yet To Come”?

    Ho cominciato a lavorare all’opera subito esser tornato dal mio viaggio a Los Angeles, la guerra in Ucraina era letteralmente appena scoppiata, i casi di Covid cominciavano a risalire per via della variante Omicron, la crisi economica è impennata e poi è arrivato anche il crypto crash. Sembrava esserci mai limite. Da qui il titolo ‘Il peggio deve ancora venire’. Sembra che l’universo abbia continuamente in serbo qualcosa per noi.

    Come decidiamo di affrontare questo qualcosa, se quella molotov servirà per difenderci o aggredire, sta a noi.

    Cover: “The Worst is Yet To Come”, courtesy of Christie’s and the artist

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