Intervista ad Isabella Villafranca Soissons Direttore del Dipartimento di Conservazione e Restauro di Open Care – ProfessioneARTE.it

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    Lei è  Isabella Villafranca Soissons Direttore del Dipartimento di Conservazione e Restauro di Open Care 

    Cinque domande per conoscere in anteprima i grandi  professionisti dell’arte, le quotidiane sfide da affrontare, le scelte che hanno determinato il loro percorso nel sistema e nel mercato dell’arte, i cambiamenti all’insegna del digitale e i consigli per chi desidera intraprendere la stessa carriera in collaborazione con ProfessioneARTE.it.

    Con lei le opere d’arte hanno lunga vita, perché da sempre il suo desiderio è stato quello di curare e preservare le opere.

    Isabella Villafranca Soissons, Direttore del Laboratorio di Conservazione e Restauro di Open Care a Milano, è la professionista a cui artisti, collezionisti e grandi istituzioni museali si rivolgono per salvaguardare l’integrità delle opere d’arte. 

    Non ha paura di misurarsi con materiali a volte assurdi e impensabili utilizzati, ma anzi stimolata dalla sperimentazione artistica, applica le sue competenze acquisite in anni ed anni di esperienza tra New York, Londra e Milano.

    In questa intervista presenta la complessità di una professione dalle molteplici nozioni, dove il digitale sta avendo un ruolo sempre più importante…

    Isabella Villafranca Soissons

    Isabella Villafranca Soissons ricopre la carica di Direttore del Dipartimento di Conservazione e Restauro di Open Care, società che ha contribuito a fondare e della quale è membro del Consiglio di Amministrazione.

    Torinese, laureata al Politecnico in Restauro Architettonico e diplomata Restauratore a Firenze. Appassionata di arte in tutte le sue forme, con una lunga esperienza come conservatore a New York e Londra.

    Dopo un periodo di formazione ed esperienza nell’arte antica, nei paesi anglosassoni ha iniziato ad appassionarsi ed approfondire gli aspetti materici, tecnici e conservativi dell’arte contemporanea.

    Si è occupata di progetti e studi nel campo della conservazione, movimentazione, esposizione, manutenzione e restauro delle opere d’arte in Italia e all’estero; ha all’attivo diverse pubblicazioni sull’argomento ed ha partecipato, in qualità di relatrice, a numerosi congressi e workshop.

    Attualmente cura collezioni private oltre che istituzionali di musei, banche, fondazioni, archivi.

    Si occupa stabilmente della manutenzione della collezione del Museo del Novecento di Milano e ha partecipato all’allestimento del Museo Mudec di Milano.

    Insegna in vari master, accademie e corsi di aggiornamento per università ed enti formativi.

    Inoltre è stata Vice Presidente del comitato scientifico per i corsi “La Plastica nell’Arte e per l’Arte” della Fondazione Plart di Napoli.

    1. Come è iniziato il suo percorso nel mondo dell’arte?

    Il mio percorso in questo meraviglioso mondo è iniziato sin da bambina. La mia famiglia mi ha trasmesso questa passione ed ho sempre desiderato “curare e preservare” le opere di qualsiasi tipo.

    Il mio percorso di studi è stato tortuoso perché non esistevano indirizzi di laurea inerenti la conservazione, ma solo istituti di restauro o corsi regionali. Dopo una laurea in restauro architettonico – che mi ha dato nozioni di illuminotecnica, chimica dei materiali, fisica tecnica, statica, museologia – mi sono diplomata anche in restauro. 

    Ho avuto la fortuna di approdare subito in prestigiose istituzioni all’estero e, tornata in Italia, di entrare nel 2004 in una nascente realtà, Open Care, attualmente la più completa società di servizi integrati per l’arte in Italia.

    2. Come descriverebbe la sua professione oggi?

    Ci sono vari modi e, soprattutto, vari livelli per svolgere la mia professione

    Ho il privilegio di dirigere un dipartimento di conservazione composto da 5 laboratori dove restauratori abilitati dal Ministero “mantengono in vita” le opere d’arte sia antiche che contemporanee realizzate con materiali di diversa natura

    Il lavoro viene sempre svolto in sinergia con gli altri dipartimenti come l’Art Consulting e la Logistica. Studiamo le opere con gli esperti dei vari settori, con le fondazioni e gli archivi. Progettiamo il trasporto e gli imballaggi di opere d’arte contemporanea così fragili da far tremare.

    Inoltre, cerco sempre di dedicare tempo allo studio, ai corsi di aggiornamento e a pubblicare articoli su riviste scientifiche.

    3. Come è cambiata nel tempo la sua professione?

    E’ cambiata molto, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto metodologico e la conoscenza dei materiali di intervento.

    La fase di diagnostica ha assunto un’importanza sempre più rilevante, non solo per quanto riguarda la conoscenza dell’opera, ma anche per indirizzare la metodologia di intervento. Inoltre, sono cambiati i prodotti utilizzati e le metodologie applicative che, tuttavia, richiedono un’ottima competenza in ambito chimico.

    Il laboratorio di Restauro di Open Care a Milano

     

    4. Che impatto sta avendo il digitale nel suo settore?

    Il digitale ha migliorato la mia professione principalmente su due aspetti.

    Il primo riguarda l’operatività in laboratorio: le fotografie, la reportistica, i grafici, la diagnostica (i raggi X ormai sono digitali!).

    Il secondo riguarda la possibilità di mostrare da remoto lo stato di conservazione delle opere d’arte, attraverso diverse metodologie quali i microscopi digitali.

    Questo consente alle Sovrintendenze di verificare l’avanzamento del restauro. 

    Invece, ai collezionisti, senza doverli far viaggiare per vedere direttamente l’opera che desiderano acquistare, posso mostrare in tempo reale lo stato conservativo anche durante una preview. 

    5. Cosa consiglierebbe a un giovane che vuole intraprendere la sua professione?

    I consigli che posso dare sono: intraprendere un percorso formativo di alto profilo, cercare di svolgere almeno uno stage all’estero, aggiornarsi costantemente sui concorsi pubblici.

    Inoltre, consiglio di mantenere sempre un approccio estremamente etico nei confronti delle opere d’arte e dei clienti non solo istituzionali, ma anche privati.

     

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    Scopri di più…

    Questa intervista è stata realizzata in collaborazione con ProfessioneARTE.it, la prima community dedicata alla formazione, aggiornamento e orientamento verso le professioni dell’arte.

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