LA LUNGA NOTTE IN RETE DEI MUSEI
A cura di Roberto Concas
Il “ritorno al futuro” dei nostri musei nazionali è ormai prossimo, forse il 4 maggio, prepariamoci!
Il countdown è iniziato, e una moltitudine di oltre 850 mila operatori, più un numero doppio per l’indotto, prova a riscaldare i motori dei quasi 5 mila musei, siti e parchi archeologici, monumenti, ecomusei e altro di cui l’Italia è orgogliosa!
Il giorno del restart si avvicina, ma prima della possibile riapertura, si tirano un po’ le somme.
È tempo di consuntivi, di analisi e valutazioni, è tempo di cercare nuovi orizzonti, nuove strategie per i musei e la cultura.
Ognuno degli operatori del settore, in questi mesi, ha fatto il suo per mantenere viva l’attenzione sui musei, siti archeologici e storici, mentre la rete, la comunicazione online, i social network, sono diventati le nuove “sale virtuali” per i contenuti culturali.
In un contesto dove appena il 10% dei musei possiede un catalogo digitale delle proprie opere, l’ambito musealizzato è entrato, o comunque ha cercato di entrare, nella rete virtuale con uno sforzo considerevole e lodevole.
Su questa presenza in rete dei musei proviamo ad affrontare un’analisi, seppure non esaustiva, ma che potrebbe risultare interessante perché, mai come adesso la “corsa all’oro digitale” si era manifestata prima con così tanto fervore e partecipazione.
Andiamo con ordine e iniziamo dalla chiusura, forzata e improvvisa, arrivata anche per i musei con sgomento.
PER IL FUTURO PROSSIMO, COSA FARE
Che fare?
È stata la domanda di tutti gli operatori della cultura, intesa in senso lato.
E adesso?
Come sempre è accaduto, per i musei e il settore della cultura, tutti si sono tirati su le maniche con un obiettivo comune: non interrompiamo il flusso dei contenuti e della fruizione.
Insieme hanno iniziato a riordinare le idee, spostare le inaugurazioni delle mostre, annullare, programmare nuove iniziate per il dopo emergenza.
Tutti, o quasi, hanno visto, cercato o trovato nella rete, la prima e più “semplificata” finestra verso l’esterno, verso il pubblico, la potenziale utenza, ignari di gettarsi nell’“Infinito” di leopardiana memoria dove: […] il naufragar m’è dolce in questo mare.
Nella rete, i social network, la realtà virtuale, i messaggi, le chat, i tweet, le dirette, le news, i web site, si sono tuffati in molti, in un mare dove è facile naufragare, ma non in modo dolce!
D’altronde non era neppure pensabile di stare immobili ad ammirare “dall’ermo colle” quanto accadeva e quindi: “Action”!
IL MIBACT E I MUSEI PRIVATI
Bisogna dare atto che, tra i primi ad agire per sostenere il “flusso” dei contenuti culturali online, è stata la pur lenta, ma poderosa macchina statale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministro Franceschini in testa che al “grido” di #iorestoacasa, in breve tempo ha, da Nord a Sud, inondato la rete e il sito Mibact con mille contenuti “virtuali”, talvolta di grande e assoluto valore.
Forse più complesso pensare a un “Netflix della cultura”, ma bisognerebbe comunque “guardarci dentro” prima di esprimere pareri.
Contemporaneamente il sistema museale-culturale che, per brevità definito “Privato”, già presente in rete, ha incrementato la produzione, ma in modo più “verticale”, mirato e calibrato per un proprio target, potendo contare già su utenti fidelizzati, in stretto contatto a mezzo news, dirette, anteprime, canali riservati, prenotazioni e vendita.
Non serve tanto paragonare i sistemi o criticare le scelte oppure la qualità, quanto “vedere positivo” nella rete, analizzare dove ha funzionato di più, dove meno, e soprattutto come e perché.
Tutto questo seppure una prima risposta è già possibile: non ci si può improvvisare!
LA RETE
Umberto Eco, che davvero non è stato tenero quando scriveva che «Internet ha dato diritto di parola agli imbecilli», oggi avrebbe avuto materia di studio straordinaria, un’infinità di “visualizzazioni” del nostro “essere” seppure non proprio in senso platonico.
La “grande rete” del museale ha fatto scorrere un po’ di tutto, dalle ricostruzioni virtuali immersive tridimensionali e di grande effetto, con altrettanti costi, alle singole immagini in bassa risoluzione con scarsa luminosità, inquadrature “amatoriali”, spesso accompagnate da testi impossibili da interpretare e improbabili da leggere sui dieci pollici di uno smartphone.
Inediti, singolari, “gioiosi” sino al limite “dell’aberrante” sono apparsi gli sfondi dei testi e delle immagini, tali da far rabbrividire persino un vecchio impaginatore da linotype.
Per non parlare dei link mancati, scomparsi, inesistenti, e ancora dell’audio e delle dirette con i “faccioni” che cercano disperatamente di entrare in una inquadratura da far invidia a Lilli Gruber.
Nel contempo entriamo, più spesso e in termini deludenti nelle case di personaggi televisivi e poi, finalmente anche nei musei deserti, nella loro essenza dell’essere, questa volta si in senso platonico.
Sarà la bellezza dei luoghi, le sale deserte, le inquadrature più lunghe, i tempi dilatati, gli spazi mai visti prima, il nostro tempo “libero/costretto”, ma questi contenuti “sparati” in rete hanno una loro inedita suggestione, tale da far dimenticare le sbavature, i salti d’immagini, l’audio e la luce che oscilla.
Tutto questo adesso, durante il lockdown, ma dopo?
STRUTTURIAMOCI
Dopo il sistema salterà in aria, ci sarà un periodo di disintossicazione, ma rimarrà la linea di una “strada di non ritorno” e per poterla percorrere, in molti, dovranno obbligatoriamente attrezzarsi; musei e centri della cultura compresi.
La digitalizzazione e l’informazione online è una cosa seria, serissima, importantissima e non marginale, spontaneistica.
È necessario un salto strutturale per la comunicazione e la gestione online della nostra cultura.
Roberto Concas – Storico dell’Arte e Museologo
ANCHE ROBERTO CONCAS E’ SU PROFESSIONE ARTE
“PROFESSIONE ARTE” LA PRIMA GUIDA PER CHI DELL’ARTE VUOLE FARE LA SUA PROFESSIONE
L’esperto e divulgatore Andrea Concas entra nel Sistema dell’Arte, orienta sulle nuove professionalità e opportunità, esplora il mercato con le gallerie, i collezionisti e gli archivi d’artista, parla di valorizzazione, mostre, fiere, comunicazione e social network.
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