LA MOSTRA AUTOPRODOTTA: PRO E CONTRO PER GLI ARTISTI
Tanti vantaggi, ma altrettanti ostacoli: la mostra autoprodotta può rappresentare una svolta per la carriera di un’artista a patto che…
Spesso gallerie, fondazioni e musei non sono in grado di accogliere la grande richiesta di collaborazione ed esposizione proveniente dagli artisti, in particolare quelli emergenti che proprio agli esordi, desiderano avere l’occasione di mostrare la propria ricerca artistica ed essere parte del sistema dell’arte.
C’è chi affronta la ricerca di uno spazio espositivo senza metodica, altri affidandosi alle collaborazioni con i curatori d’arte, altri ancora invece scelgono di autoprodurre la mostra, come personale o collettiva con la partecipazione di altri artisti.
Non mancano infatti nel panorama dell’arte le cosiddette mostre autoprodotte dagli artisti, i quali scelgono di esporre una selezione delle proprie opere all’interno di spazi non convenzionali o dei propri atelier.
La pratica non è del tutto nuova, ma anzi tra i primi a farlo c’è stato il metafisico artista Giorgio De Chirico, che nei primi del ‘900 allestì una piccola mostra all’interno del proprio studio attirando le attenzioni del grande critico Apollinaire.
A Milano invece si sperimenta con la seconda edizione del Walk-In Studio, festival degli spazi e studi d’artista che si terrà dal 20 al 24 ottobre 2020 grazie al quale gli artisti della città apriranno i loro studi e spazi di sperimentazione per organizzare mostre ed eventi.
Oggi le possibilità di esposizione sono sempre più diversificate e non sempre legate a gallerie o istituzioni prestigiose, basti pensare alle possibilità date dalla tecnologia e dai social network, strumenti che permettono agli artisti di emergere se supportati da una strategia digital e promuovere la propria attività insieme a modalità inedite di esposizione all’interno di luoghi virtuali.
Ma a prescindere dallo spazio della mostra autoprodotta dall’artista, nella sua modalità fisica o virtuale, ci saranno da affrontare pro e contro prima dello sviluppo del progetto.
Vediamo alcuni pro:
- L’artista è libero di scegliere la location che meglio si adatta ad esporre la sua produzione: strategica se scelta in termini di posizione, tendenza e importanza, perché può assicurare una fruizione migliore delle opere e accrescere la curiosità e l’interesse del pubblico, collezionisti e galleristi compresi;
- Per l’artista è possibile esporre la produzione che più desidera ad un target più ampio di appassionati, non solo addetti ai lavori.
- La mostra può godere di una maggiore accessibilità data dall’assenza di un biglietto di ingresso e dalla scelta di uno spazio non convenzionale per l’arte ma molto conosciuto dai più.
- La possibilità di diversificare la promozione dell’evento sfruttando canali anche diversi da quelli legati strettamente al mondo dell’arte, per esempio riviste non del settore, tv e stampa locale.
A tanti pro corrispondono tuttavia molti contro come:
- Esporsi alle critiche dei professionisti del settore che, come tali, non riconoscono il valore culturale di una mostra autoprodotta perché non supportata da operatori accreditati dal sistema;
- Il non mantenimento di uno standard elevato in tutte le fasi di organizzazione della mostra: dalla produzione, all’allestimento, dalla promozione all’accoglienza del pubblico;
- L’assenza o la scarsa valenza di un apparato critico non riconosciuto dai professionisti del settore che non legittima e tutela il valore dell’artista e della sua produzione.
Scegliere o meno di autoprodurre la propria mostra comporterà comunque dei rischi di cui è bene essere consapevoli, allo stesso tempo però se ben progettata in tutte le sue fasi, potrebbe trasformarsi in un punto di svolta per la propria carriera.